Le due colonne della piazzetta San Marco, con le statue di San Teodoro ed il leone di San Marco, dovevano essere originariamente tre, ma la terza colonna venne perduta assieme alla nave durante lo sbarco.
Una volta scaricate le due colonne rimasero in orizzontale per oltre un secolo, non trovandosi il modo di alzarle in verticale.
Grazie all’ingegno di Nicoló Stratonio, costruttore bergamasco, le due colonne poterono trovare la posizione giusta.
Nicolò era noto già come ideatore di montacarichi a contrappeso ,con quali e stato possibile innalzare il campanile di San Marco, e come costruttore del ponte della Moneta (la prima versione del ponte del Rialto ;il nome viene dall’antico palazzo della zecca in cui si coniavano le monete della Repubblica , al estremità orientale del ponte).
Il metodo usato prese il nome di “acqua alle corde”, e usava la particolarità delle corde di canapa che ,se bagnate ,aumentano di diametro e diminuiscono di lunghezza. Fissando le basi delle colonne in un buco di fissaggio ,fecce legare al altra estremità le corde che passavano lungo la colonna e venivano fissate a terra in un punto lontano .
Bagnando le corde, queste si accorciavano e facevano alzare le colonne tanto per inserire sotto uno spessore .
Si dice che il Governo della Serenissima decise di premiare Nicolò, concedendogli l’unica licenza per i giochi di azzardo. Poteva gestire una bisca per il gioco dei dadi, fino ad allora severamente proibito in tutta la città. Ma questa concessione aveva una clausola: da quel momento Nicolò Stratonio diviene Nicolò Barattiere cioè quello che pratica il baratro o tiene un banco di baratteria.
Il posto dove si potevano esercitare questi giochi era fra le due colonne di Piazza San Marco, poiché in quel luogo veniva eretto molto spesso il patibolo per condanne a morte ed era evitato dai cittadini .Quindi il flusso dei clienti era molto ridotto.
La famiglia dei Barattieri hanno presente sullo stemma di famiglia ,tre dadi in ricordo del origine del nome.